mercoledì 4 giugno 2014

Ospedale Acquapendente: il Sindaco Equitani ha la memoria corta!

Hanno dell’incredibile le recenti dichiarazioni rese dal Sindaco Equitani agli organi di informazione relative al ridimensionamento dell’ospedale di Acquapendente.
Forse il Sindaco si accorge solo ora degli effetti devastanti del decreto 80 emanato dalla allora Presidente Polverini nel 2010 sulle strutture sanitarie della Tuscia, ormai evidenti agli occhi di tutti.
Infatti, il piano presentato recentemente dalla ASL altro non è che la attuazione di scelte politiche dell’allora maggioranza regionale di centro-destra che hanno condotto nel 2011 alla chiusura dell’unità di chirurgia generale nel 2011, al demansionamento della struttura ospedaliera nel 2012, con le negative conseguenze in tema di posti letto e presenza degli anestesisti.
Il Circolo del PD di Bolsena aveva più volte sollevato l’attenzione sui temi fin dal 2010, approfondendoli con un incontro pubblico del gennaio 2011, nel quale si erano evidenziate chiaramente le criticità del decreto e le conseguenze negative sul futuro della sanità del nostro territorio.
Nell’occasione il Partito Democratico aveva appoggiato una  proposta che prevedeva il mantenimento di un numero consistente di posti letto per la chirurgia leggera che avrebbe consentito di effettuare il 90% degli interventi all’epoca realizzati, insieme al mantenimento del pronto soccorso e del laboratorio analisi, che rappresentano un presidio socio-sanitario importante per la vasta area dell’alta Tuscia che dista dall’ospedale di Belcolle tra i 30 e gli oltre 50 km.
Si evidenziava, fin da allora come l’operazione messa in atto dalla Polverini non solo era stata elaborata nella più completa mancanza di qualsiasi confronto con il territorio ed i suoi rappresentanti, ma sarebbe risultata fallimentare anche dal punto di vista economico, in considerazione del fatto che sempre più pazienti, soprattutto nei territori di confine, si sarebbero spostati per le cure presso le vicine strutture ospedaliere di Toscana ed Umbria, con un conseguente forte aumento degli esborsi, che la Ausl di Viterbo versa tuttora alle aziende sanitarie delle Regioni in questione.
Nonostante ciò l’interesse dell’Amministrazione comunale sul tema in questi anni è stato scarso, se non nullo, e queste ultime dichiarazioni sono l’ennesima conferma dell’uso a fini politici di un bene primario come la salute e dell’improvvisazione politica dei nostri amministratori.


Il Circolo del Partito Democratico di Bolsena