Hanno
dell’incredibile le recenti dichiarazioni rese dal Sindaco Equitani agli organi
di informazione relative al ridimensionamento dell’ospedale di Acquapendente.
Forse il Sindaco
si accorge solo ora degli effetti devastanti del decreto 80 emanato dalla allora
Presidente Polverini nel 2010 sulle strutture sanitarie della Tuscia, ormai
evidenti agli occhi di tutti.
Infatti, il
piano presentato recentemente dalla ASL altro non è che la attuazione di scelte
politiche dell’allora maggioranza regionale di centro-destra che hanno condotto
nel 2011 alla chiusura dell’unità di chirurgia generale nel 2011, al
demansionamento della struttura ospedaliera nel 2012, con le negative conseguenze
in tema di posti letto e presenza degli anestesisti.
Il Circolo del
PD di Bolsena aveva più volte sollevato l’attenzione sui temi fin dal 2010,
approfondendoli con un incontro pubblico del gennaio 2011, nel quale si erano
evidenziate chiaramente le criticità del decreto e le conseguenze negative sul
futuro della sanità del nostro territorio.
Nell’occasione il Partito
Democratico aveva appoggiato una proposta che prevedeva il mantenimento di un
numero consistente di posti letto per la chirurgia leggera che avrebbe consentito
di effettuare il 90% degli interventi all’epoca realizzati, insieme al
mantenimento del pronto soccorso e del laboratorio analisi, che rappresentano
un presidio socio-sanitario importante per la vasta area dell’alta Tuscia che
dista dall’ospedale di Belcolle tra i 30 e gli oltre 50 km.
Si evidenziava, fin da
allora come l’operazione messa in atto dalla Polverini non solo era stata
elaborata nella più completa mancanza di qualsiasi confronto con il territorio
ed i suoi rappresentanti, ma sarebbe risultata fallimentare anche dal punto di
vista economico, in
considerazione del fatto che sempre più pazienti, soprattutto nei territori di
confine, si sarebbero spostati per le cure presso le vicine strutture
ospedaliere di Toscana ed Umbria, con un conseguente forte aumento degli
esborsi, che la Ausl di Viterbo versa tuttora alle aziende sanitarie delle
Regioni in questione.
Nonostante ciò l’interesse dell’Amministrazione
comunale sul tema in questi anni è stato scarso, se non nullo, e queste ultime
dichiarazioni sono l’ennesima conferma dell’uso a fini politici di un bene
primario come la salute e dell’improvvisazione politica dei nostri
amministratori.
Il Circolo del
Partito Democratico di Bolsena