lunedì 3 giugno 2013

Paratoie del fiume Marta, una gestione pessima!

Come più volte segnalato negli ultimi tempi, l’eccessiva altezza dell’acqua del lago, continua a provocare danni ai campeggi ed alle altre attività turistiche e produttive che si svolgono in prossimità degli arenili.
I danni sono dovuti all’erosione della spiaggia, alla demolizione di recinzioni e pontili, all’impossibilità di posizionare tende e roulotte, a causa del terreno reso paludoso e cedevole dall’innalzamento della falda. A questi danni diretti, se ne aggiungono altri dovuti al mancato deflusso dei fossi, che comportano degli interventi di pulizia e approfondimento degli alvei, con costi aggiuntivi a carico della collettività.
Tutto ciò è frutto, oltre che delle prolungate piogge di questa anomale primavera, della maldestra gestione delle paratoie (bocchette) sull’incile del fiume Marta; la cui gestione è affidata all’ente regionale Ardis. Gli esperti dell’Ardis dicono che studi approfonditi sconsigliano un’ulteriore apertura delle paratoie.
Tutto ciò, almeno fino a pochi giorni fa quando, di fronte a quella che stava diventando una sorta di sollevazione della popolazione, si sono rimangiati le loro dotte argomentazioni ed hanno fatto ciò che logica impone: una maggiore apertura delle paratoie, per consentire un maggior deflusso delle acque del lago e un abbassamento del livello dello stesso.
Ma le ragioni di tale ostinazione quali sono? Davvero sono le modeste spiegazioni che vengono fatte circolare? Si parla ad esempio, dell’interesse che avrebbe Marta a tenere alte le acque del lago, per impedire l’insabbiamento del porto; tralasciando il fatto che Marta, come Bolsena, subisce danni evidenti da questa situazione.
Oppure, degli allagamenti che interessano la foce del Marta, con conseguenti danni alle costruzioni ed alle attività agricole. O ancora, di una malgestione volontaria, finalizzata alla costituzione ex novo di un ente gestore del Marta, ovvero di un nuovo carrozzone con costi per direttore, vicedirettore, consiglio di amministrazione, etc.
Noi crediamo che queste sia tutte mezze verità; mentre la ragione vera, come molti ormai iniziano a dire, siano le centrali idroelettriche (centraline) posizionate lungo il fiume Marta, che producono energia elettrica accedendo a contributi pubblici. E’ forse il caso di ricordare che le concessioni di derivazione dal fiume Marta sono assentite dalla Regione Lazio, con il parere vincolante dell’Ardis.
Dicono che queste centrali, denominate S. Savini 1, S. Savini 2, S. Savini 3 e Fioritella, per il loro regolare funzionamento, non hanno bisogno di un flusso di acqua eccessivo ma, piuttosto, costante nel tempo: appare evidente che il loro regolare funzionamento è garantito anche nei mesi siccitosi estivi se, nel lago, c’è un imponente riserva di acqua.
La questione appare opaca e merita una maggiore attenzione. Dopo il perdurante silenzio dei vecchi assessori regionali e provinciali, che pure provengono dal nostro territorio, si chiede di fare chiarezza. Si invitano pertanto i nuovi consiglieri regionali ad indagare la vicenda, che presenta sin troppi lati oscuri.
Domenico Bordo
Consigliere comunale Pd Bolsena